Photo credit: Aspenlaub on VisualHunt

A prescindere da cosa racchiuda il presente,
accettalo come se lo avessi scelto.
Collabora sempre, non agire contro di esso.
Fattelo amico e alleato, non nemico.
Tutto questo trasformerà miracolosamente la tua vita”.

Ekhart Tolle

Tutto ci fa correre.  Con automobili, treni e aerei, sempre più veloci, anche le lancette dei nostri orologi – che ormai non hanno più neppure lancette – sembrano avere accelerato il ritmo.  Riceviamo e rispondiamo a decine e decine di messaggi al giorno e ogni messaggio sposta la nostra mente e il nostro cuore a un altro livello, altra storia, altra situazione. Siamo fermi sulla nostra sedia –  seduti, quando va bene! – col telefono in mano e facciamo chilometri, interiormente, senza quasi neppure respirare, senza notare cosa ci accade attorno, senza assaporare quello che stiamo facendo. Siamo diventati servi del pensiero incessante. «Pensare è diventato una malattia» scrive Eckhart Tolle ne Il potere di adesso in cui sottolinea: la mente è uno strumento eccezionale… se utilizzata nel modo giusto, «il problema è che non siamo noi a usare la mente, e la mente usare noi». Abbiamo l’illusione di essere i nostri pensieri –  il mitico e fuorviante Cogito ergo sum –  ma lo strumento  si è impadronito di noi.

Ma possiamo ribellarci a questo golpe, basta poco. Che cosa fare? Nulla. Ogni tanto, non fare assolutamente nulla e concederci dei momenti di centratura, di presenza consapevole a tutto quello che ci circonda o a un singolo dettaglio di un oggetto che maneggiamo quotidianamente e sul quale non abbiamo mai soffermato l’attenzione.
Sono momenti in cui pssono emergere spontaneamente riflessioni più profonde che esulano dal tran tran quotidiano: cosa davvero vogliamo, cosa davvero cerchiamo, chi davvero siamo?  Momenti per guardare oltre gli automatismi che ci portano a rispondere meccanicamente ogni stimolo. Rallentare il ritmo e, per qualche istante, “stare”.

«Nel momento in cui cominciamo a osservare l’entità pensante, si attiva un più elevato livello di consapevolezza – sempre citando Tolle – allora cominciamo a capire che abbiamo un vasto regno di intelligenza al di là del pensiero, che i pensieri sono un aspetto minuscolo di questa intelligenza. Cominciamo a capire che tutte le cose davvero importanti – bellezza, amore, creatività, gioia, pace interiore – nascono al di là della mente. E cominciamo a risvegliarci».

Buone Feste della Luce, da assaporare momento per momento, in presenza, gioia, e consapevolezza.


Marcella Danon
Ecopsicologa, direttrice di Ecopsiché

Editoriale 18 dicembre 2019 – Ecopsicologia NEWS

 

 

 

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