Ecopsicologia non è solo andare a passeggiare in Natura, camminare lentamente in silenzio, respirare profondamente consapevoli che qualcosa del mondo sta entrando dentro di noi e qualcosa di noi si sta effondendo nel mondo, non è solo salutare e rispettare il Genius Loci, lo spazio naturale in cui entriamo ogni qualvolta lasciamo una strada asfaltata. È qualcosa di più, è spingersi oltre ed entrare in dialogo con gli alberi le nuvole e le libellule e non solo per il piacere di chiacchierare un po’, ma perché questo é è allo stesso tempo un dialogo con la nostra interiorità che ci parla attraverso le suggestioni che mettiamo in bocca – una bocca metaforica ma molto concreta – all’albero, alla nuvola, alla libellula.
Nella parola Ecopsicologia il suffisso psyché, anima, è fondamentale. Vuole recuperare il concetto di anima del mondo, presente in tante culture del mondo, che scompare con la rivoluzione scientifica di Cartesio, Bacone, Newton, che mettono in campo una rappresentazione del mondo ridotto solo alla sua materia, senza più dimensione sottile. In questo mondo che diventa “cosa”, l’essere umano è solitario, non più solidale col resto della creazione, tronfio per la sua capacità di esercitare il raziocinio. Come sottolinea il filosofo franco-algerino Mohammed Taleb, grande conoscitore e promotore dell’Ecopsicologia, due mutilazioni caratterizzano questa nuova impostazione diffusasi nel 17° secolo: il mondo ridotto a sola materia e l’uomo a sola razionalità. L’ecologia oggi diffusa proviene dalla concezione cartesiana… e anche la psicologia. È qui che interviene l’Ecopsicologia, per risvegliare entrambe queste due giovani scienze, che si vivificano nell’incontro reciproco.
James Hillman, nel suo splendido libro intervista con Silvia Ronchey dal titolo, appunto, L’anima del mondo, richiama in causa l’anima. Si dice, di questo grande psicologo e filosofo nordamericano, che ha “riportato l’anima nella psicoterapia”. Anima che ha bisogno di manifestare il suo destino in Terra. E come la contattiamo questa nostra anima se non chiacchierandoci insieme, grazie alla mediazione della Natura di cui siamo parte? Aprendoci all’anima del mondo entriamo più profondamente in contatto con la nostra anima di esseri spirituali che stanno vivendo un’esperienza terrestre su questo splendido Pianeta verde azzurro.
Hillman, come l’Ecopsicologia, sollecita il coinvolgimento, non la trascendenza. È il risveglio a chi siamo davvero, la tappa evolutiva più importante in questo momento della nostra storia di sapiens. Ci sono potenzialità, capacità, talenti, aneliti, che aspettano di essere riconosciuti, onorati, tradotti in azione. Scivoliamo spesso inconsapevoli, in questa vita, di tutto ciò che il fatto stesso di essere vivi ci offre come opportunità di sperimentare e sperimentarci. Lo sguardo rimane abbarbicato ai dettagli più vicini, a quelli più banali, perdendosi l’opportunità di spaziare, con gli occhi, con l’immaginazione, col cuore. Chiediamoci, invece, chissà cosa mai c’è più in là, non accontentiamoci di descrizioni del mondo ricevute da altri, di risposte a domande che non sono mai state formulate, di strade tracciate da convenzioni che non sono in grado di accogliere le delicate necessità di un’anima alla ricerca di sé.
Conoscere se stessi è l’atto più rivoluzionario che possiamo fare in questo momento della nostra evoluzione: imparare a pensare, prima di tutto, con la nostra testa; imparare a sentire, aprendo i canali percettivi per cogliere accogliere la presenza di altri e di altro attorno a noi; imparare a sognare, dando spazio e valore a quegli sprazzi di immensità che si rivelano non solo di notte ma anche nei momenti più impensati. Riprendiamoci lo spazio dell’anima “per lasciare che la felicità torni a essere la nostra naturale condizione di esistenza e permettere che l’amore prenda in mano la nostra vita” (Me declaro libre, Alberto Kuselman, cantautore argentino).
Se l’anima del mondo ci aiuta a connetterci con la nostra, di anima, è perché, citando questa volta Leonardo Da Vinci, noi siamo, homo universalis, l’universo intero è presente nell’anima dell’uomo e l’umano può essere all’altezza del suo ruolo solo se si rende conto che l’universo è in lui. Ecco cosa raccontano a chi è pronto ad ascoltare, alberi, nuvole e libellule.
Marcella Danon
Ecopsicologa, direttrice di Ecopsiché
Editoriale settembre 2023 – Ecopsicologia NEWS
Foto: Archivio Ecopsiché – La Verna