Ormai è consapevolezza diffusa l’importanza di un contatto diretto con l’ambiente naturale e il benessere e la salute che ci può provenire anche semplicemente frequentando i luoghi popolati da queste splendide antiche creature che sono gli alberi.
Quello che solo da poco si sta iniziando a riconoscere è che la dimensione vegetale è ben più del sottofondo passivo delle nostre attività umane, è invece una comunità di esseri complessa, multiforme, molto ben organizzata, capace di interazione con gli altri esseri viventi vegetali e animali. Tra gli animali, come biologici insegnano ormai da 40 anni, ci sono anche gli animali umani.
Non voglio soffermarmi sui dettagli tecnici e chimici delle essenze profumate – terpeni, monoterpeni, fitoncidi, come ormai vengono chiamate e accademicamente riconosciute – e neppure su quelli elettrici della capacità di un albero di fungere da messa a terra, scaricando l’elettricità statica che noi accumuliamo negli ambienti artificiali. Qui vorrei esplorare insieme a voi la dimensione energetica degli alberi, quella che sentiamo senza neppure rendercene conto, quella che ci permette di sintonizzarci su frequenze più tranquille, più ricettive, più sublimi.
Questo è quello che può succedere quando sappiamo entrare in un bosco salutando, chiedendo il permesso di entrare, garantendo di avere buone intenzioni e chiedendo protezione sui nostri passi. Questo è quello che in ecopsicologia chiamiamo il saluto al Genius Loci, che permette di instaurare una relazione io-tu, una relazione dialogica, paritaria, in cui ci predisponiamo a incontrare il mondo con la dimensione dell’anima e del cuore, e non più solo con quella della testa.
Green mindfulness si chiama la meditazione itinerante ad occhi aperti con cui impariamo a consolidare questo atteggiamento di presenza e apertura al mondo circostante, che si traduce a sua volta in una presenza e apertura a quei livelli più profondi del nostro stesso essere che non siamo abituati a frequentare e di cui ci perdiamo i preziosi messaggi che generosamente ci danno, come maestri illuminati, ogni qualvolta ci prendiamo il tempo di ascoltarli.
E se con la meditazione nel bosco ci apriamo così tanto, è con la scrittura ispirata che possiamo lasciare traccia delle voci sottili emerse e farne tesoro per intesserle nel nostro quotidiano. La parola scritta mette forma e limite a quel sentire che di forma non ne ha e non ha neppure limiti. E’ dunque una sfida per far dialogare i due mondi di cui siamo parte, il visibile e l’invisibile. Arricchiamo così la vita dell’impagabile consapevolezza che c’è molto di più attorno a noi e dentro di noi di quanto siamo abituati normalmente a prendere in considerazione.
Sono queste le consapevolezze e le pratiche che alleneremo al seminario estivo Bene-Dire, per aprire porte e acquisire strumenti da riportare e utilizzare poi nella propria vita anche durante l’anno, anche in città, perché il potere ispiratore delle foreste lo possiamo ritrovare anche dentro di noi.
Marcella Danon
Ecopsicologa, direttrice di Ecopsiché
Editoriale luglio 2023 – Ecopsicologia NEWS
Foto_ Archivio Ecopsiché – Il Verde Ashram, di Manos