Il nostro passaggio sulla Terra è rapido e fugace. È un battito di ciglia per Gaia, ma è dilatato sino al parossismo per noi che lo viviamo come se non dovesse avere mai fine. Non abbiamo, oggettivamente, molto tempo per imparare, per comprendere davvero dove siamo, chi siamo e cosa siamo venuti a fare. In questa bolla di tempo avanziamo giostrandoci tra automatismi e apprendimenti, che saranno poi quelli che orienteranno il nostro scorrere con la vita o le nostre scelte.
Il tempo è poco per risvegliarci. Qualcuno nasce più determinato a non farsi manipolare e condizionare, qualcuno si pone domande e cerca risposte, qualcuno esplora oltre le convenzioni, le proiezioni, i superficiali giudizi, le opinioni preconfezionate acquisite dalla famiglia, indotte dai media, più facili da gestire, come scorciatoie per un’illusione di essere dalla parte dei giusti e dei buoni… Qualcuno, sì, qualcuno si ribella a un piano che sembra risiedere in menti forse addirittura esterne all’umano. La nostra creatività, la nostra sensibilità, la nostra impalpabile e irriproducibile umanità dà forse fastidio a chi non condivide queste proprietà emergenti nel processo evolutivo della Vita?
Demoni? Forze arimaniche? Intelligenze artificiali? O forse semplicemente umani stessi ancora troppo acerbi per cogliere la grandezza e la bellezza per ciò che possiamo diventare, come individui e come specie? “Si può facilmente perdonare un bambino che ha paura del buio; la vera tragedia della vita è quando gli uomini hanno paura della luce”… si può dire parafrasando ilo mito della caverna di Platone.
Eppure c’è tanto che possiamo scoprire una volta che oltrepassiamo i limiti di ciò che crediamo di essere, “ego incapsulati nella pelle”, il malinteso esistenziale denunciato dalla psicologia transpersonale… siamo così giovani e inesperti come specie, riusciremo a superare queste dense nubi di fumi tossici che oscurano la visione, che ottenebrano la mente, che avvelenano cuori e parole?
È questa la sfida, la corsa contro il tempo, contro l’ignoranza, la bassezza, la ristretta visione, il cuore chiuso e lo spirito mutilato. Di quanta forza abbiamo bisogno per non soccombere, per non fuggire, per non arrenderci alle regole impietose della forza di gravità!
Pur vagando nella nebbia, anche se con un lume in mano ostinatamente proteso a cogliere qualcosa di più di questo immenso rebus di cui siamo parte, ci sono a volte improvvisi squarci nell’oscurità del contingente e cogliamo tratti di un disegno più grande, che ci dà la forza e, se siamo fortunati, anche qualche perla di saggezza per non perdere l’orientamento, per mantenere viva la cerca, per non rassegnarci all’ignavia e alle sollecitazioni del quieto vivere.
Il nostro passaggio sulla Terra è rapido e fugace, abbiamo la libertà di viverlo al meglio, nel nome di chi siamo davvero: entità spirituali che stanno vivendo un’esperienza terrestre.
Photo Credit: Luisa Picenni
Marcella Danon
Ecopsicologa, direttrice di Ecopsiché
Editoriale agosto 2025 – Ecopsicologia NEWS