Noi siamo una specie spirituale, capace di mettersi in relazione con ogni cosa nella bellezza.
E siccome siamo spirituali, siamo anche capaci di distruggere ogni cosa.
Essendo una specie così giovane sul pianeta, e con un immenso potere creativo,
abbiamo bisogno che la nostra energia creativa sia instradata
in direzioni che permettano alla nostra passione
di maturare per diventare com-passione.

Matthew Fox
La spiritualità del Creato

Due diverse forze si stanno fronteggiando in tanti diversi modi in questi tempi critici e cruciali. Non sono due fronti compatti, unocontrapposto all’altro come in una competizione di braccio di ferro, sono forze rifrante in innumerevoli filamenti attivi nel macro e nel micro che si intrecciano tra loro in tracce complesse. Si alternano in battaglie di minuscola e di immensa portata che contribuiscono tutte verso un risultato finale che, al di là delle apparenze, è tutt’altro che scontato.

“Siamo in un vicolo cieco dell’evoluzione”, ha dichiarato enfaticamente Gregory Bateson… che cosa vogliamo fare? Fare finta di niente o cercare nuove strade? Il bello è scoprire che possiamo tutti, sin da subito, fare la differenza, perché questi incontri/scontri tra fronti sono quotidiani e ne siamo tutti protagonisti, non solo vittime ma anche carnefici. E allora, svegliamoci e prendiamo in mano quel poco che possiamo gestire in prima persona.

Citando Eric Fromm, il primo fronte è quello più visibile, più impattante, attualmente dominante: quello che si fa portatore dei valori della necrofilia, il culto di ciò che è inanimato, senza valore reale, che riempie le tasche ma non il cuore. È la cappa consumistica che tutto avvolge, che seduce, vende e poi butta via… oggetti, sentimenti, persone, animali, interi pezzi del Pianeta. È una forza caratterizzata dall’incapacità di cogliere ciò che è sentito altro da sé come qualche cosa di vivo, tutto viene “cosificato” e usato per finalità personali o, peggio ancora, impersonali. Non agisce solo in grande e in modo manifesto, anche se è una forza abbastanza spavalda da imperversare a testa alta… come gli invasori di Pandora nella saga di Avatar; agisce anche in modo subdolo e persino inconsapevole, ogni qualvolta scatta un pregiudizio, una parola sgarbata, un sopruso, un’ingiustizia, anche nelle nostre piccole vite personali, nelle nostre case e città, non solo sui fronti di guerra. Ogni qualvolta c’è l’incapacità di vedere l’altro – persona, animale, pianta, habitat – come un essere altro che ha una sua dignità, una sua bellezza e diritto all’esistenza.

E poi c’è l’altro fronte, quello della biofilia, dell’amore per la vita, come lo chiama Fromm e come è stato ripreso dal sociobiologo Edward Wilson. Capacità innata ma non istintiva, la chiama, per ricordarci che la biofilia va scoperta e coltivata, ed è facile farlo perché ci è connaturata.

Se non venissimo infarciti di storiche fake news – come quella del peccato originale (inserita artificialmente dopo la predicazione di Sant’Agostino, ben 350 anni dopo il messaggio di Gesù che non include neppure alla lontana tale visione degradante e vessatoria) o dell’homo homini lupus del filosofo Hobbes, “ogni uomo è lupo al suo prossimo”, che giustifica un atteggiamento di controllo e repressione a larga scala – potremmo crescere e manifestarci come esseri dotati di libero arbitrio, di creatività e di capacità di assumerci la responsabilità delle nostre azioni, di interrogarci sul senso della vita e del nostro esserci… con gli altri e per gli altri.

Quello della biofilia è quel fronte consapevole di essere parte di un immenso disegno non solo planetario, ma anche cosmico, di vita in evoluzione. E, in quanto tale, vive la vita con attenzione, curiosità e compassione (nel senso buddhista di empatia), con la consapevolezza che ogni gesto ha storia e conseguenze, ogni parola potere di magia nera o bianca a seconda di come viene usato, ogni pensiero ci indirizza verso un’implosione dell’ego su se stesso o verso una sua espansione che si apre al noi, all'”eco”.

Chi ha risvegliato in sé la biofilia sa che nessun ordine è stabilito una volta per tutte, che in questo universo è l’amorevole cura a fare la differenza, che l’interdipendenza è la legge che governa l’esistenza, che le cose importanti nella vita sono ancora quelle che nelle tradizioni native vengono vissute e promosse come arte del buen vivir: saper mangiare, saper bere, saper camminare, saper lavorare, saper riposare, saper ascoltare, saper amare, saper collaborare… sono le relazioni vissute bene a contare, nella vita, questo sì valore che non si vende e non si compra.

Ecco che possiamo portare più attenzione, in ogni gesto della nostra vita quotidiana, a quello che diciamo, che pensiamo, che facciamo. Sarà questa attenzione lo spartiacque che farà pendere la bilancia sull’evoluzione di questa particolare contingenza. E, in questa epopea in cui ci troviamo coinvolti, la Natura è punto di partenza e di arrivo perché ci risveglia a chi siamo davvero, ci ricorda le regole dell’esistenza, di questa complessa rete del dare e del ricevere, in Natura si attiva l’innata biofilia e proviamo un benessere profondo come nessun oggetto acquistabile in un centro commerciale potrebbe darci. Per questo il sistema capitalista non promuove il contatto con la Natura, perché… è gratuito, promuove benesse e introspezione: è sovversivo!

E allora ecco che Natura e Bellezza, di cui la nostra anima ha così bisogno, diventano rivoluzionarie.

P.s.
Grazie alla Scuola di Ecologia e di giornalismo ambientale,
in cui questi concetti sono emersi potentemente
nella lezione collegiale dell’8 giugno 2023!


Marcella Danon
Ecopsicologa, direttrice di Ecopsiché
Editoriale giugno 2023 – Ecopsicologia NEWS

Foto_ Archivio Ecopsiché – Sentiero Reale, Vers les Bois, Valsavrenche