Veniamo da tempi lontani, per proiettarci in altri, ancora più lontani.
Non avevamo lo stesso nome e lo stesso volto che abbiamo ora, e chissà come ancora appariremo in futuro.
Siamo strutturati, ora, per non ricordare  nulla del nostro lontano passato e nel futuro non ricorderemo nulla di quello che siamo e facciamo in questo nostro presente. Ma un filo rimarrà teso, una memoria sottile sarà sempre all’erta, nelle profondità delle nostre circonvoluzioni cognitive, raccogliendo – come suo compito – dati e informazioni, intenti e missioni che tenteranno di farsi sentire attraverso l’immenso arco del tempo e, soprattutto, di farsi realizzare.

E’ fortissima l’inerzia di questa dimensione materiale, la tendenza a stare terra a terra cavalcando la forza di gravità; ma questo impalpabile chip di memoria che si trasmette in noi da vita a vita, generazione dopo generazione, mantiene una invidiabile testardaggine e costanza nel tentare di farsi sentire per essere tradotto in azione; pur rimanendo nell’ombra.

A volte si rivela inaspettatamente, come il guidatore di un lungo treno che si riesce intravedere solo nelle curve più ardite, perché è altrimenti geometricamente invisibile al nostro sguardo. Scorgere questo chip è come scoprire il programma e non solo i suoi output, come avere un dizionario in mano che traduce il linguaggio dell’anima in quello dell’epoca in cui ci troviamo. Momenti magici, rari, preziosi, trasformatori.

Basta uno sguardo, e in un attimo ogni pezzo del puzzle trova la sua collocazione, il filo conduttore tra eventi lontani assume una sua armonia logica, direzionalità e ci ricorda chi siamo e cosa siamo venuti a fare. Allora tutto diventa più facile, vengono utilizzati tempo, energie e risorse per andare dritti al dunque, per concentrare sforzi ed entusiasmi e per far fiorire chi siamo davvero e prepararci a diventare frutti che a loro volta albergheranno semi. Il ciclo continua, il nostro percorso verte verso perfezionamenti sempre ulteriori della nostra natura più essenziale che si esprime ogni volta in modo diverso, coerentemente con i tempi e i luoghi in cui ci troviamo, portando comunque il messaggio interiore che ci appartiene.

Ora ricordo. Cosa ricordo? Che sono qui per un onorare e per accompagnare il risveglio dell’immenso potere di cui ognuno di noi è dotato, individualmente, e, ancor di più, di gruppo. Sono qui per risvegliare conoscenze, sensibilità, potenzialità, presenti nella natura umana, ma sopite da una cultura contemporanea spesso miope e superficiale. Mi ci sono voluti molti anni per svegliarmi ma ora vedo, guardandomi indietro, quanti e quali segnali ho ricevuto e quanto io sia stata fortunatamente capace di seguirli… anche senza saperne il motivo. Non siamo soli nel nostro percorso, una parte di noi sa che direzione prendere. E se siamo in dubbio, basta fermarci, fare silenzio e chiedere. Dentro. Siamo noi gli esperti di noi stessi, ci ricorda Carl Rogers.

In questo percorso, a volte ascoltarsi non basta, i sussurri sono appena accennati, e può essere di grande aiuto un percorso in gruppo, per essere accompagnati ad allenare competenze dimenticate di ascolto del mondo, quello fuori, ma, soprattutto, quello dentro. Akroasis, come lo chiamavano gli antichi greci.

Nel  il suo terzo cerchio, quello più ampio, quello più rivoluzionario, quello più impegnativo – Widening, apertura al cambiamento –  l’Ecopsicologia affronta questa sfida: capire chi siamo, come individui e come esseri umani. Il motto di Ecopsiché è: “Affonda le radici in ciò che sei e cambia il mondo con ciò che fai”. Non stagnare in acque ferme, non sprofondare nelle sabbie mobili della normosi, fai un passo in più verso una maggiore consapevolezza della tua strada, della tua mission. L’Ecopsicologia può accompagnarti per qualche tratto in questo lungo percorso, poi proseguirai con altri, per altri pezzi di cammino, inseguendo, volta per volta, le risposte adatte al consolidamento della tua strada. Se questo messaggio ti risuona, facciamoci una chiacchierata.

 


Marcella Danon
Ecopsicologa, direttrice di Ecopsiché

Editoriale giugno 2021 – Ecopsicologia NEWS

 

Al suono della chitarra del mitico Estas Tonne. Questo articolo inizia, dove questo video finisce.

Photo credit: Greg Rakozy – Unsplash e Pablo Herrera – Unsplash

 

“Noi siamo la Terra” e ognuno di noi è qui per far germogliare il seme di cui è portatore e per portare alla vita i suoi fiori e i suoi frutti. Da questo ampio puntio di vista, l’Ecopsicologia propone strumenti, pratiche e protocolli che permettono di arricchire la vita personale e professionale con senso, bellezza ed efficacia.

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