Nella complessità e anche tragicità dei tempi che stiamo vivendo, una riflessione fuori dall’ordinario: questo nostro Pianeta, che condividiamo con una moltitudine di esseri altri, questo mistero appassionante che è la vita… è un canto di gioia nell’immensità dell’universo.

E’ questa la sfida, saperci sintonizzare su questa nota primordiale, senza farci distrarre e distogliere da mete altre, potenti richiami, lì proprio per rendere il gioco più stuzzicante: potere, ricchezza, balocchi… niente eguaglia la luminosa sensazione che si manifesta tocchiamo nel nostro percorso esistenziale qualcosa di autentico ed essenziale.

Non è vuoto divertimento, non è ubriacatura da emozioni, non è una felicità con lustrini sberluccicanti… è uno stato di grazia che permette di vedere la meraviglia anche nei più piccoli dettagli, che sa godere di un sorriso, che sa cambiare l’umore di un giorno intero un gesto che sa “essere e agire” con la consapevolezza della peculiarità di ciò che stiamo vivendo. Gioia è consapevolezza. Gioia può esserci nel dolore, nella tristezza, dell’ingiustizia subita, è la capacità di guardare oltre e di scorgere un orizzonte per il quale vale la pena impegnarsi.

Ogni realtà, ogni situazione, ogni regime che scelgono di focalizzarsi sulla sopraffazione, sulla divisione, sulla repressione della gioia, è una forza oscura – non come appellativo finale, ma letteralmente nel senso che ‘manca di luce’ – della danza della vita. Sono le trame dei libri più appassionanti di fantasy e fantascienza – Il Signore degli Anelli , Guerre Stellari… –  sono le voci più scandalose nei telegiornali di questi tempi, in cui nel distorto nome di un’antica religione ne viene fuori una dottrina aliena, femminicida che nega l’ironia, il divertimento, la magia dell’esistenza. I poeti, gli attori e i comici sono stati le prime vittime, insieme alle donne del regime talebano in Afghanistan… una palestra a  cielo aperto della battaglia in corso in ogni singolo individuo: chi deve prendere il sopravvento: il rigido e penetrante archetipo maschile o il flessibile e accogliente archetipo femminile?

Non è che la nostra moderna società occidentale sia immune da questa lotta, la sfida, in modo più subdolo, è sempre in atto. Il femminile – a tutti i livelli, micro e macro –  è sempre tenuto sotto controllo, minoritario, usato e abusato. La soluzione è nell’integrazione dei due emisferi, delle due polarità della vita. Non pensiamo che quanto accade in Afghanistan non ci riguardi. E’ solo una forma più manifesta di una vera e propria guerra tra i sessi che è una guerra tra forze archetipiche che avviene prima di tutto dentro ognuno di noi, in un braccio di ferro tra la testa e il cuore.

La soluzione non è nella supremazia dell’una o dell’altra, ma in una creativo e sfidante  campo di collaborazione. Società gilanica, la chiama la sociologa Riane Eisler, una società in cui uomo e donna hanno pari diritti e pari doveri, ognuno nel rispetto della sua costituzione e potenzialità. Un assaggio di questo tipo di società sembra sia esistito nell’europa antica, nei 20.000 anni del nostro neolitico, lasciando una  forte impronta nella cultura celtica, alla base di quella europea, con società basate su modello mutuale e non dominatore.

Non c’è un libretto rosso o una linea di partito di turno da consultare per sapere come muoverci. Quando l’incontro c’è, quando il maschile e il femminile,  nel nostro dialogo interno, nella nostra realtà quotidiana, nelle nostre scelte di vita, nelle nostre relazioni, sono in equilibrio dinamico… la risposta dell’organismo è una: gioia. Alleniamoci a cogliere questi sottile segnali interiori che indicano il nord con la stessa delicatezza con cui l’ago della bussola segnala la direzione voluta e potremo diventare ambasciatori di gioia nelle nostre piccole grandi sfide quotidiane.

 

Segue, l’appello della regista afghana #SahraaKarimi, che ha lasciato il paese dopo l’arrivo dei talebani a Kabul, riprendendo col cellulare cosa stava accadendo per le vie della città durante la sua fuga.

“A tutte le comunità del mondo

Vi scrivo con il cuore spezzato e la speranza che possiate unirvi a me nel proteggere la mia bella gente. Nelle ultime settimane hanno preso il controllo di così tante province. Hanno massacrato il nostro popolo, hanno rapito molti bambini, hanno venduto bambine come spose minorenni ai loro uomini, hanno assassinato donne per il loro abbigliamento, hanno torturato e assassinato uno dei nostri amati comici, hanno assassinato uno dei nostri poeti storici, hanno assassinato il capo della cultura e dei media per il governo, hanno assassinato persone affiliate al governo, hanno appeso pubblicamente alcuni dei nostri uomini, hanno sfollato centinaia di migliaia di famiglie… I media, i governi e le organizzazioni umanitarie mondiali tacciono come se questo “accordo di pace” con i talebani fosse legittimo. Non è mai stato legittimo… Se i talebani hanno preso il sopravvento, vieteranno anche ogni arte… Spoglieranno i diritti delle donne, saremo spinti nell’ombra delle nostre case e delle nostre voci, la nostra espressione sarà soffocata … Non capisco questo mondo. Non capisco questo silenzio. Io resterò a combattere per il mio paese, ma da sola non ce la faccio. Ho bisogno di alleati/e. Per favore aiutateci a far sì che questo mondo si ‘preoccupi di quello che ci sta succedendo… Siate le nostre voci fuori dall’Afghanistan.

Non avremo accesso a internet o a nessuno strumento di comunicazione… Per favore per quanto potete condividere questo fatto con i vostri media e scrivete di noi sui vostri social. Il mondo non dovrebbe voltarci le spalle…aiutateci Grazie mille. Apprezzo così tanto il vostro cuore puro e vero.

Sahraa Karimi, صحرا كريمي”

Far arrivare ovunque il suo messaggio, è una delle cose che possiamo fare.

 


Marcella Danon
Ecopsicologa, direttrice di Ecopsiché

Editoriale agosto 2021 – Ecopsicologia NEWS

 

Photo credit: Allef Vinicius su unsplash.com

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