Sotto un’apparente patina di quasi normalità, stiamo vivendo un momento cruciale nella storia evolutiva non solo delle nostre democrazie ma anche nell’orientamento dell’evoluzione dell’essere umano sulla Terra.

L’antagonismo in campo non è tra chi sceglie il vaccino e chi no, ma tra chi fa questa scelta in modo attivo, dopo raccolta di informazioni e riflessione, e chi la fa in modo passivo, accettando acriticamente verità fornite da altri. E, questo,  indipendentemente dalla  bandiera che impugna. Perché molte informazioni senza alcun fondamento né scientifico né di buon senso stanno agendo, su un fronte e sull’altro, quando si parla di covid.

Nessuno può oggi dire con certezza che cosa è accaduto realmente due anni fa, ma possiamo tutti vedere coi nostri occhi che cosa viene fatto con quanto è accaduto: quanti interessi milionari sono in campo; quanti vantaggi per pochi a danno di tanti; quale uso e abuso della paura per spingere a cambiare abitudini, non certo verso una maggiore salubrità – e ce ne sarebbe bisogno, per esempio in campo alimentare o di stile di vita! – ma verso una negazione della natura gregaria, della componente affettiva, della convivialità che fanno parte della stessa natura umana.

E ora il danno si sta estendendo ai bambini! E’ in atto un vero e proprio terrorismo educativo in cui ai bambini viene imposto il peso di poter diventare untori a casa propria. Bambini che nelle classi non possono muoversi, scambiarsi un gesto o una matita perché così facendo – viene loro detto – mettono a rischio la loro famiglia. Queste sono informazioni che ricevo di prima mano da insegnanti ed educatori che si trovano a essere testimoni impotenti di una epidemia di violenza psicologica senza precedenti tra le mura delle Scuole.

Quello che è peggio, è che questi danni vengono perpetrati con la coscienza limpida, con la profonda convinzione di stare agendo per un bene collettivo, nel nome di principi etici. Ma è sempre stato così nella storia, è solo la profonda fiducia di essere nel giusto che ha spinto ai crimini più tremendi. Vedasi le crociate, per stare in un passato meno doloroso da riesumare.

Ecco perché, superando la dicotomia tra i due schieramenti vax, sento l‘esigenza di nominare un terzo fronte, quello del dubbio.

Non dimentichiamo che, filosoficamente parlando, il dubbio è un passaggio obbligato per raggiungere la verità. In questi tempi sempre più liquidi, come li definisce il sociologo Bauman, certezze non ce ne sono. Occorre stare all’erta, cercare fonti di informazione non solo nei canali ufficiali, ma allo stesso tempo diffidando dei facili complottismi che fanno di tutte le erbe un fascio mescolando idiozie che circolano da tempo con arditi salti logici, degni di “Socrate fischia, il treno fischia… Socrate è un treno!”.

Non fermiamoci al primo video girato dal conoscente di turno. Ascoltiamo, cerchiamo informazioni, stimoliamo il dibattito in casa, accogliamo punti di vista diversi come opportunità di scambio e d’incontro, non di conflitto e frattura. I danni più terribili degli eventi in campo sono il malessere e la relazione creatosi all’interno delle stesso famiglie, in cui chi non si adegua alla maggioranza familiare – qualsiasi essa sia – viene emarginato e ostracizzato. Ma ci rendiamo conto di cosa sta succedendo?

Non siamo come il cane di Pavlov che reagisce automaticamente a uno stimolo esterno. Abbiamo la capacità, non sempre adeguatamente allenata, di osservare e valutare alla luce degli strumenti che abbiamo, usiamola! Non è questo il momento di sputare sentenze, ma di stare all’erta ravvivando proprio quella caratteristica che distingue potenzialmente i sapiens dagli altri animali, quello di poter fare un ragionamento libero dell’automatismo, basandosi sull’evidenza dei fatti e non su credenze acquisite acriticamente.

In sintesi, “abbi dubbi” vuol dire: qualsiasi scelta scegli di fare, falla non per fede ma per ragionamento, mantenendo la disponibilità al dialogo con chi fa una scelta diversa. Solo così potremo tradurre questo complesso momento esistenziale in un’opportunità di incontro e non di scontro, di crescita e non di deriva della nostra umanità.

Ricordiamocelo, in queste Feste, per iniziare bene il Nuovo Anno.

 

 

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