La vita è un rocambolesco intreccio e intrico di relazioni. Nulla esiste a sé stante, tutto interagisce, è influenzato e influenza, sceglie ed è scelto, mangia ed è mangiato: è la legge della vita, la legge su questo Pianeta. Sono le regole di questo gioco, che possono tradursi in sofferenza o in gioia, a seconda di come sceglieremo di viverlo. E, se alla base di tutto ci sono le relazioni, tanto vale imparare a gestirle in modo da far pendere la bilancia più sulla gioia che sulla sofferenza.

Dovrebbe essere questa la principale materia insegnata dall’asilo nido fino all’Università: come vivere relazioni soddisfacenti, nutrienti, potenzianti, come contribuire a creare interazioni caratterizzate da un clima di incontro e non di scontro, da una disponibilità all’accoglienza, e non dalla sopraffazione, da una capacità di empatia e non di giudizio, da una predisposizione al rispetto e non all’offesa. Il principale contributo dell’Ecologia alla Psicologia, è proprio questa più ampia visione, capace di mettere in evidenza le leggi della vita e di dare una priorità alle relazioni.

Ai corsi che la Scuola di Ecopsicologia propone, il tema delle relazioni è cruciale. Definiamo ‘relazioni ecologiche’ quelle relazioni in grado di generare sinergia funzionale all’ecosistema nel suo insieme, nel rispetto e valorizzazione di tutti gli elementi dell’ecosistema, di tutte le parti in gioco. Basta veramente poco per fare sì che una relazione si trasformi da un distratto sfiorarsi a un più gratificante incontrarsi, che una relazione casualmente gestita si trasformi in un legame più forte, degno della qualifica che ci siamo dati di sapiens sapiens.

A Ecopsiché, nell’arco degli anni, si è consolidata una mappa – sempre consapevoli che la mappa non è il territorio – in cui sette sono le tappe che accompagnano nel creare relazioni di qualità: l’attenzione, l’ascolto, il rispetto, la presenza, l’empatia, il dialogo e la sinergia. E questo, sia che si tratti di creare una relazione con qualcun altro, che – in primis – con noi stessi, e poi anche col mondo, animali, piante, rocce, habitat interi… le tappe sono sempre le stesse.

Inizierò qui a raccontarvi della prima tappa, quella imprescindibile nel passare da una relazione io-esso a una relazione io tu, come il filosofo Martin Buber, molto efficacemente, distingue le relazioni interpersonali in cui l’altro è ‘cosa’, da quella invece in cui ci si apre all’altro con una predisposizione all’incontro.

“Io ti vedo!”  è il saluto dei nativi di Pandora, il pianeta protagonista della saga cinematografica Avatar. In questo saluto apparentemente bizzarro, c’è tutta l’intenzione di affacciarsi all’altro, nel qui e ora, per incontrarlo davvero, oltre ogni pregiudizio, abitudine, superficialità. E’ questo il punto di partenza. E’ da qui, da questa semplice messa in campo dell’attenzione, che si genera una predisposizione alla realizzazione di una relazione di qualità. Nello scegliere di dare attenzione, io mi focalizzo sul presente, apro i sensi, apro la mente, apro il cuore; perché quando guardo l’altro davvero, mi apro la consapevolezza della complessità e fragilità della nostra esperienza umana su questa Terra e di quelli che sono i valori più importanti. “Preferisci avere ragione o essere felice?”, è la mitica domanda che lo psicologo Marshall B. Rosenberg, il fondatore della Comunicazione Nonviolenta, faceva alle coppie iraconde. Pensaci, identifica i tuoi momenti di felicità… sono legati a un bene materiale o a un momento di incontro autentico, di scambio profondo, di rispecchiamento della tua immensità nell’immensità dell’altro?


Marcella Danon
Ecopsicologa, direttrice di Ecopsiché
Editoriale novembre 2024 – Ecopsicologia NEWS

Foto: Laboratorio di Ecotuning – ottobre 2024, boschi di La Fura, Ello Lc (Archivio Ecopsiché)

Seminario di introduzione all’Ecopsioclogia e alle relazioni ecologiche
● domenica 17 novembre 2024: Ticino
● sabato 25 gennaio 2025: Brianza