«Non lasciare che la prudenza del mondo
mormori troppo dappresso alle tue orecchie,
poiché questa è l’ora dell’inatteso»
Sri Aurobindo

Nella vita si incontrano Purusha, il principio creativo immateriale e Prakriti, il principio creativo materiale, il cielo e la terra, il software e l’hardware… entrambi indispensabili per la realizzazione di quel miracolo tuttora misconosciuto che è la Vita. Lo stesso concetto si incontra in tante tradizioni, non solo quella indiana: madre terra e padre cielo, yin e yang, spirito e materia. “Siamo cittadini di due mondi” soleva dire Roberto Assagioli, precursore della psicologia transpersonale, di quella scienza contemporanea, nata negli anni ‘70 – e ancora così poco nota in Italia – che riconosce che nella vita non c’è solo quello che si vede e si pesa, ma c’è una componente immateriale sottostante la forma. Tutto ciò che ci circonda ha la sua origine in una dimensione ‘altra’ che la scienza ancora non sa come chiamare, ma ci sta provando con grande entusiasmo e sempre maggior rilievo acquistano concetti come ‘informazione’ ed ‘energia’.

Scrive il fisico Federico Faggin: “Non possiamo studiare gli organismi viventi come se fossero solamente oggetti fisici classici, perché la coscienza è fondamentale, e se non accettiamo la sua esistenza non saremo mai in grado di comprendere la vita. La vita è un’espressione della coscienza e non della materia inanimata. L’informazione viva e il significato rappresentano rispettivamente la faccia simbolica e semantica di una realtà dinamica indivisibile” (L’irriducibile, Mondadori, 2022).

E questo… che cosa ci dice, a ognuno di noi, e come va a impattare sulla nostra quotidianità?

Sottolineo una frase rivoluzionaria, ben mimetizzata nel precedente discorso, una frase che riporta in termini scientifici contemporanei l’intuizione degli antichi testi vedici, indiani: “La vita è una espressione della coscienza e non della materia inanimata”, ci dice il fisico, in altra parole, prima la coscienza e poi la materia. è evidente, dice l’informatico, prima il programma e poi il risultato; dietro a ogni pagina internet c’è uno stuolo di segni criptici per i più, c’è il cosiddetto codice html. E se voglio cambiare un dettaglio in una pagina, devo cambiarlo a partire dal codice (o da un programma che lo fa per me, come wordpress e simili).

Sì, ma, ancora una volta, e allora?
E allora è nell’idea che abbiamo della realtà che possiamo andare a mettere mano quando sopravvivere non ci basta più, quando il gioco delle apparenze finisce col perdere presa sulla nostra anima assetata di qualche cosa di più, di bellezza, di gioia, di senso… Se è dallo spirito, di cui la nostra coscienza è una scintilla, che promana la vita, se c’è un progetto che si realizza su questa incredibile dimensione solida e tangibile… vorremo ben capire quale è questo progetto e renderci conto che ce ne sono diversi in campo e che possiamo scegliere di quale vogliamo essere portatori?

Troppo spesso frainteso, questo anelito a qualche cosa di più ampio non vuole disperdersi verso eteree dimensioni ultraterrene; come ha magnificamente espresso l’ecoteologo Thomas Berry: “Non è di trascendenza che abbiamo bisogno, ma di inscendenza”.

La direzione oggi necessaria, la direzione verso cui spinge l’Ecopsicologia, non è dal basso verso l’altro, ma dall’alto verso il basso, per scegliere consapevolmente quali principi, quali valori, quali mappe vogliamo seguire e portare qui, sulla Terra, nella materia, nella quotidianità. E trasformarle in parole, sorrisi, gesti, azioni per continuare l’opera di Purusha, lo Spirito, e Prakriti, la Natura.

Il nostro ‘essere umani’ non è frutto del caso – questa è la mappa a cui scelgo di affidarmi – ma è frutto del processo evolutivo arrivato a un punto cruciale in cui spirito e materia possono incontrarsi e interagire, in cui la materia viene inequivocabilmente abitata dallo spirito e ognuno di noi è portatore di una singola, unica e irripetibile scintilla. Ed è questo che siamo venuti a fare in questa dimensione speciale, in questo splendido pianeta terrestre: far germogliare, crescere fiorire e fruttificare la ghianda di cui siamo, ognuno, portatori.

Guarda quindi verso l’alto dai fiducia alla grandezza di ciò che sei e poi guarda verso il basso, sorridi a ciò che vedi, onora ciò che sei e chiediti che cosa ancora puoi fare per contribuire alla realizzazione di questo immenso progetto per spiritualizzare la materia. “Affonda le radici in ciò che sei e cambia il mondo in ciò che fai”, come Bruno amava sempre ricordare.

«Il mondo si prepara a un grande cambiamento.
Volete dare una mano?»
Mère


Marcella Danon
Ecopsicologa, direttrice di Ecopsiché

Editoriale febbraio 2023 – Ecopsicologia NEWS

Photo Credit: Michael Gabelmann on VisualHunt.com